Siamo fin troppo abituati a vedere film in cui trame e “sottotrame” ci martellano il cervello. Chi ha detto che una storia semplice non possa funzionare in egual misura? Questo After Earth non ha grosse pretese, non vuole emulare Avatar o altre pellicole fantascientifiche, è semplicemente il racconto di un padre, di un figlio e la sua famiglia e di una missione. Punto. C’è da dire che grazie a questa semplicità il “messaggio” arriva forte e chiaro: il pericolo è reale, mentre la paura è una scelta. Le immagini sono molto belle e l’atmosfera è incalzante grazie alla musica e alla regia impeccabile di M. Night Shymalan.
In questo film non aspettatevi un approfondimento sui motivi per cui gli umani abbiano abbandonato la Terra, oppure per quale motivo ci siano le gelate notturne… anche se After Earth è stato commissionato a M. Night Shyamalan sembrerebbe proprio nel suo stile concentrare l’attenzione sulle cose semplici, sulle soluzioni semplici che derivano dal nostro spirito e dalla natura stessa piuttosto che infittire la trama con mille elementi allungandola a dismisura. Qualcuno si è chiesto per quale motivo utilizzino delle lame piuttosto che dei fucili… perché pensiamo sempre che un film debba per forza specificare tutto? La lama, l’arma bianca, rappresenta da sempre la purezza, l’integrità e la disciplina. Per abbattere gli Ursa, in grado di cacciare annusando la paura, c’è bisogno di spiritualità, di calma e sangue freddo; un fucile a pompa di certo non rappresenterebbe questi valori soprattutto da un punto di vista visivo. In conclusione questo After Earth è molto meglio di tanti altri film sci-fi usciti ultimamente al cinema. E basta paragonare tutto con Avatar, che per quanto sia bello, se togliamo gli incredibili effetti visivi resta gran poco…
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