Spartacus: la prossima volta… sappi che ti ucciderò!
Crasso: no, diciamo che ci proverai…
Spartacus: non è questo che fanno gli uomini liberi?
Così l’ultimo incontro tra due leggende prima della battaglia finale: quella tra l’Impero Romano di Marco Licinio Crasso e i ribelli guidati da Spartacus, il Portatore di pioggia. Ed è proprio in questa frase che si nasconde il messaggio che fa da filo conduttore alle tante e spettacolari scene di lotta, di battaglie e di sesso sfrenato: provare. Provare a vivere o decidere di morire.
Sapevamo fin dalla prima serie come sarebbe finita la storia di Spartacus, ma di certo non ci saremmo aspettati un’analisi così veritiera di molti passaggi storici, mantenendo ovviamente anche un certo distacco artistico. Vi è, inoltre, l’intento preciso di lasciarsi libertà d’azione. Infatti, la fotografia e gli effetti visivi si ispirano all’opera cinematografica di Frank Miller “300”, che nella prima serie aveva ancora forti elementi fumettistici, che pian piano sono andati appianandosi nelle terza e ultima stagione. Se la prima “Sangue e Sabbia” ha dato inizio al mito, il prequel “Gli Dei dell’Arena”, grazie a personaggi come Gannicus, Crisso, Enomao, Lucrethia e Battiato ha mantenuto le aspettative, migliorandole sotto certi punti di vista, per poi sgonfiarsi alla seconda stagione “La Vendetta”. Questo probabilmente anche per via della sostituzione dell’attore principale Andy Whitfield, scomparso prematuramente, e sostituito con Liam Mclntyre, lacuna incolmabile che non riuscirà ad essere colmata nemmeno nella quarta e ultima stagione intitolata “La Guerra dei Dannati”. Tuttavia, nonostante il sfortunato destino di Andy Whitfield, la quarta stagione inizia introducendo Marco Licinio Crasso, antagonista strategico per eccellenza di Spartacus e “villain”, finalmente, di tutto rispetto. Inoltre, ad un certo punto di questa ultima stagione il confine tra i “buoni” e “cattivi” diventa molto sottile, confondendosi addirittura. Assistiamo, durante la fase finale di stagione, ad un testa a testa strategico tra Crasso e Spartacus che culmina nella stupefacente battaglia finale. Peccato che, militarmente parlando, non venga data la giusta importanza al giovane Caio Giulio Cesare, ma del resto la Starz ha preferito puntare su personaggi ribelli come l’indomito Gallo, Gannicus o Agron. Quindi, possiamo anche perdonare l’eccessiva codardia romana e goderci uno spettacolo che, nel suo genere, non ha precedenti.