Pubblicare non è arte, lo è invece la capacità di non smettere di scrivere.
E io non smetto. Nonostante le porte chiuse in faccia, nonostante i “no” o i “non rientra nella nostra collana”. Prima o poi mi ascolteranno, è questo che ripeto sempre a me stesso.
Scrivere è un dono, ma è anche una condanna. Non sappiamo farne a meno.
Quando ho iniziato a scrivere “La Stirpe del Vento” non immaginavo nemmeno diventasse un romanzo, figuriamoci una trilogia. Quando scrivo parto da una determinata scena, la descrivo, creo l’ambiente, i suoni, i profumi e i colori. Poi aggiungo i personaggi, un dialogo… e poi il tutto prende vita, espandendosi come un piccolo universo.
Il premio più bello è sapere che c’è qualcuno là fuori che vive in quel piccolo universo, che si emoziona, che rende suo quel mondo che ho creato, magari anni fa, ma che non ha ancora smesso di esistere.
Oggi sono un marito, un padre, un giornalista e scrivo non appena riesco.
Il trucco è non smettere di scrivere. Mai.